Un viaggio sentimentale in nove tappe, nove idee, nove storie, nove spazi presentati con uno sguardo insolito. Non un semplice giro per sale e gallerie di una reggia, ma il racconto di un luogo attraverso i sentimenti e le idee che suggerisce. Un luogo che è, insieme, architettura, residenza, progetto urbanistico, metafora, utopia e simbolo di potere, frutto di una visione che, con la sua stratificazione orizzontale di stili ed epoche, rimane contemporanea a ogni tempo che attraversa.
Le parole, seppur piccole, contengono immagini, anche le più immense. Contengono emozioni e sentimenti, anche se gli uni e le altre sono infinitamente grandi, indefinibili. Contengono tutto il passato e il futuro e costruiscono le storie in cui possiamo riconoscerci.
Nove parole come isole, che formano un arcipelago da visitare.
Ideazione e voce: Gian Luca Favetto
Graphic design: Leandro Agostini
Editing: Gianluca Negro
Un progetto del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude
1 – BATTIGIA
Questo spazio aperto è il punto di arrivo e di partenza, lo specchio dove un borgo si riflette nella sua reggia, e viceversa.
Non c’è viaggiatore che, arrivando, non si trovi davanti la meraviglia… da qualunque parte arrivi… all’improvviso, ed è insieme la meraviglia del maestoso, dell’utopia e dell’incompiuto… Il risultato è una sensazione di armonia.
Qui, fra piazza della Repubblica e Cortile della Reggia… fra Repubblica e Reggia Sabauda, piazza e cortile, c’è il passaggio… passi sotto la Torre dell’Orologio e capisci che questo spazio è una battigia, come l’incontro fra terra e mare: e proprio un mare sembra la piazza, fatta di sanpietrini e pietre di Luserna, con il suo movimento a onde e, oltre il cancello, il cortile con la fontana e l’incastro di edifici e poi i giardini…
Qui è l’incontro fra dentro e fuori. Ed è una battigia non solo fisica, di elementi, anche di tempi, tempi storici, epoche, 600, 700, mescolati al tempo presente. È questa condizione a dare il senso di contemporaneo, che ricavi dalla Reggia, La Venaria Reale… non solo un’architettura, ma un’idea di urbanistica…
Un cantiere permanente. Il suo fascino è proprio continuare a essere un cantiere vivo concreto di cultura, una fabbrica e un sogno insieme, una fabbrica di sogni, che ha inizio quando Carlo Emanuele II di Savoia acquista i terreni, nel 1658.
La prima pietra è gettata nel 1659. Poi la trasformazione del Settecento. Quattro grandi architetti al lavoro nei due secoli: Amedeo di Castellamonte, Michelangelo Garove, Filippo Juvarra, Benedetto Alfieri… Poi, l’abbandono e il recupero, il restauro completo a partire dal 1998. La penultima pietra la metteranno dopodomani, l’ultima forse mai.
Ci sono passati i secoli, dentro, sono passati re e regine, ci è passato il popolo, gli eserciti, è passata la Storia con la S maiuscola e sono passate le storie.
La Venaria Reale rimane un libro aperto, puoi leggerci anche la tua, di storia.
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