Reggia di Venaria - Foto Luigi De Palma

‘700 – ‘800

Cosa dicono della Reggia i personaggi illustri che l’hanno visitata nel XVIII e XIX secolo

“I giardini sono molto grandi [e] ho visto le scuderie: sono belle e somigliano per grandezza a quelle del Duca, a Chantilly; ma dovrebbero formare un quadrato, e solo un lato è fatto. Anche l’aranciera è molto bella”.

Montesquieu
Filosofo, storico, giurista e pensatore politico francese
1728 

Charles Montesquieu
Charles Montesquieu

“Siamo andati alla Venaria, un palazzo distante circa tre miglia da Torino. Vi si arriva più che per una strada, per una passeggiata rettilinea, fiancheggiata d’alberi. […] intorno al palazzo si è formato un grazioso borgo […] le stanze sono molto belle […] la Cappella è pulitissima […] vi è una bellissima Galleria, lunga forse un duecentocinquanta piedi […]. Quel che mi piace alla Venaria è l’appartamento del Duca e della Duchessa di Savoia. E’ una infilata di piccole stanze che danno sui giardini, tutte arredate di seta verde e bianca, coi soffitti ornati di dorature senza essere sovraccarichi, il salottino della Duchessa, rivestito da pannelli di una bella lacca della Cina, è pieno di specchi che moltiplicano le stanze. Tutto è gaio, pulito, elegante».

Edward Gibbon
Storico, scrittore e politico britannico
1764

Edward Emily Gibbon
Edward Emily Gibbon
Edward Emily Gibbon

“Siamo andati alla Venaria, un palazzo distante circa tre miglia da Torino. Vi si arriva più che per una strada, per una passeggiata rettilinea, fiancheggiata d’alberi. […] intorno al palazzo si è formato un grazioso borgo […] le stanze sono molto belle […] la Cappella è pulitissima […] vi è una bellissima Galleria, lunga forse un duecentocinquanta piedi […]. Quel che mi piace alla Venaria è l’appartamento del Duca e della Duchessa di Savoia. E’ una infilata di piccole stanze che danno sui giardini, tutte arredate di seta verde e bianca, coi soffitti ornati di dorature senza essere sovraccarichi, il salottino della Duchessa, rivestito da pannelli di una bella lacca della Cina, è pieno di specchi che moltiplicano le stanze. Tutto è gaio, pulito, elegante».

Edward Gibbon
Storico, scrittore e politico britannico
1764

Quanto è importante il gioco, in quell’epoca irripetibile della nostra vita che corrisponde agli anni dell’infanzia? E quanto è legata l’idea stessa del gioco a quella di libertà? La libertà dai compiti scolastici, naturalmente. Ma anche la libertà data dall’immaginazione. Bambini, siamo capaci di immaginare cose che spesso una volta adulti dimenticheremo. Immaginiamo mondi, personaggi: e in quei mondi viviamo, incarnando quei personaggi. Giocare ci dà libertà ormai precluse agli adulti, che non a caso spesso non comprendono l’importanza del gioco: se la sono lasciata alle spalle crescendo, non di rado addirittura dimenticata. Ma provate a chiedere a una bambina o a un bambino quanto sia importante per lei o per lui il gioco. La risposta la vedrete nel lampo dei suoi occhi. Ecco: le fotografie di Michele D’Ottavio sono un invito a volare nuovamente con la fantasia, e a tornare a giocare. Del resto, come ogni reggia anche quella di Venaria venne concepita anche in funzione dei giochi che vi si sarebbero tenuti, in occasione dei quali ai sovrani era concesso di tornare bambini. Oggi che siamo liberi di varcarne la soglia, possiamo farlo anche noi.

“I giardini sono molto grandi [e] ho visto le scuderie: sono belle e somigliano per grandezza a quelle del Duca, a Chantilly; ma dovrebbero formare un quadrato, e solo un lato è fatto. Anche l’aranciera è molto bella”.

Montesquieu
Filosofo, storico, giurista e pensatore politico francese
1728