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Anche tu, ricordi?
Anche tu, ricordi?
Anche tu, ricordi? Anche tu hai conservato della tua infanzia questo frammento preciso: il tuo corpo disteso su un prato, le mani intrecciate dietro la nuca, gli occhi rivolti al cielo. La luce, l’azzurro, il blu dipinto di blu. Volare: com’è bello volare, passare sulla Terra leggeri, guardare il mondo dall’alto, come tra gli adulti succede solo a chi pilota un aereo o un’astronave, un kyte o un deltaplano. Ma volare con l’immaginazione, quella sensazione di libertà, è stato il più bello dei giochi. Ma per quante stagioni siano passate, puoi giocare ancora. Basta stendersi su un prato, intrecciare le mani dietro la nuca, rivolgere gli occhi al cielo. Che meraviglia.
Il “Cervello di pietre” di Giuseppe Penone nel Giardino delle Sculture, ispirato al Giardino delle Fontane di Amedeo di Castellamonte e concepito al fine di scoprire le analogie che legano i mondi minerale, vegetale e umano.
Testi: Giuseppe Culicchia
Foto: Michele d’Ottavio
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