Lei è Zoe. Uno dei cani da caccia, setter, più amati dal primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II di Savoia.

Il suo imponente ritratto di profilo si trova in una delle sale più rappresentative degli Appartamenti Reali del Castello della Mandria, luogo prediletto dal sovrano sia per la caccia sia per condividere buona parte della sua vita con Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e Fontanafredda.

L’autore, Pietro Paolo Comba, pittore di Sua Maestà, ha lasciato nella residenza diverse opere ma nessuna di esse, come questa, testimonia il legame e l’affetto che il sovrano riusciva ad instaurare con i suo “amatissimi e fedelissimi” cani.

Poco conosciuto e non del tutto noti sono gli aspetti biografici del pittore. Ascrivibile con certezza tra quegli artisti-soldati coinvolti direttamente nelle diverse imprese risorgimentali promosse dal sovrano, alcune sue opere si trovano conservate in altre residenze sabaude, tra cui il Castello di Racconigi, che sanciscono la fiducia e la credibilità che sapeva riscuotere presso la corte.

Zoe, la cui fama doveva essere stata straordinaria se il suo nome viene ricordato nei documenti storici, è ritratta accovacciata e fiera di indossare il grande collare con stemma sabaudo, elemento distintivo della sua “regalità”.

La ricercata pennellata, il gigantismo formale nonché la raffinatezza dei molti particolari sono alcune tra le caratteristiche più apprezzabili dell’opera in questione. Restaurato grazie ad un minuzioso e complesso intervento il quadro ha recuperato il suo aspetto originario delineando le capacità dimostrate dall’artista.

Luca Avataneo, storico dell’arte – Curatore del riallestimento degli Appartamenti Reali del Castello della Mandria.