Camera da letto di Vittorio Emanuele II, Appartamenti reali del Castello della Mandria. Foto di Lea Anouchinsky

La Camera da letto del fu Vittorio Emanuele II

Gli spettacolari arredi che caratterizzano la camera da letto sono improntati al gusto neobarocco venatorio prediletto dal re. Si tratta di capolavori di ebanisteria commissionati a Gabriele Capello, detto il Moncalvo, il più grande ebanista dell’ottocento piemontese (già al servizio di Carlo Alberto sotto la regia di Pelagio Palagi).

Facenti parte di una fornitura del 1862 di più di 300 mobili (andati dispersi) per il Castello dei Laghi, la parure fu invece allestita quasi subito in questi Appartamenti. A seguito della vendita di Umberto I di Savoia, nel 1882, ai marchesi Medici del Vascello, fu destinata ai depositi del Palazzo Reale di Torino (forse stralciata dalla vendita in blocco per la particolare preziosità?) e solo nel 2011 è tornata ad arredare questo ambiente.

Il letto, così come la cassettiera, la specchiera e il tavolino da notte laccati di rosso, le poltrone e le sedie sono rivestiti da un esuberante campionario di temi naturalistici, rappresentati con straordinario realismo e accese policromie. Tronchi, rami d’edera e tralci frondosi in cui si annidano insetti, uccelli e piccoli animali tra cui due deliziosi colombi che si imboccano, uno scoiattolo domestico e addirittura un gatto con in bocca una lucertola, così come la tappezzeria a fiorami e uccellini rimandano, in un gioco virtuosistico tra natura e artificio, alla vegetazione rigogliosa che circonda il castello.

In quella che era una riserva di caccia, disseminata di reposoir come la Bizzarria e il Castello dei Laghi, il re aveva fatto costruire un muro di recinzione lungo più di 30 chilometri sia per favorire la riproduzione della selvaggina – con tanto di giardino zoologico di acclimatazione per animali esotici – sia per tenere lontano i ‘seccatori’ e preservare l’intimità della coppia e della famiglia.

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