Mostra Play. - videogame arte e oltre - Hiro, by Silvio Giordano

This War of Mine

«Per i soldati la guerra gira intorno alla vittoria, per noi invece è ricerca di cibo. Non dimenticherò mai quei giorni. Le cose che una persona ha vissuto in quei giorni, rimangono con lei, per sempre». Il tema della guerra è da sempre uno dei più sfruttati dal mondo dei videogames. Vestire i panni di un combattente che difende la propria patria o che si arruola per difendere un’altra nazione dall’invasione di un terribile nemico sono dinamiche di immedesimazione che hanno trovato terreno fertile nel mondo videoludico, tanto da far diventare i videogames che le hanno proposte dei successi commerciali.

Call of Duty – COD per i più videoludici tra voi – è uno dei massimi esempi per mostrare come la guerra sia una delle attività umane tragiche che è più spendibile commercialmente. Gioco sparatutto in prima persona, prodotto da Activision, si può giocare in singolo, in multiplayer o in modalità di gruppo. A oggi la serie conta 18 capitoli ufficiali, 520 milioni di giocatori e 400 milioni di copie vendute dal 2003, data di uscita del primo episodio, fino al 2021, in cui è uscito COD: Warzone. Il gameplay è abbastanza facile da spiegare: entri, spari al nemico, vinci. Se fosse così facile ognuno di voi potrebbe diventare campione del mondo – COD è diventato uno degli E-sport più giocati, con svariati tornei che si disputano soprattutto in Europa e Nord America nel corso dell’anno – ma non è così. Richiede attenzione, concentrazione e capacità di muoversi in gruppo. Un gioco vincente, si direbbe.

Un gioco che però non porta niente di nuovo nella narrazione della guerra e delle sue tragedie. Un capolavoro tecnico e di gameplay, che risente della mancanza di un altro punto di vista, laterale e diverso. Perciò se uno di voi volesse sperimentare un’esperienza di gioco alternativa a quella della guerra nello stile di COD e dei suoi parenti più stretti, dovrebbe guardare altrove, ma non disperate, perché abbiamo il videogame che fa per voi.

Torniamo al novembre 2014. Da uno studio indipendente polacco, 11 Bit Studios, esce sul mercato dei videogames una proposta che scombussola il genere di guerra: This War of Mine.

Che cosa è This War of Mine? Si tratta di un gioco di strategia gestionale survival. In questo tipo di giochi l’obiettivo del player è quello di sopravvivere letteralmente all’ambiente circostante ostile. In This War of Mine controllerete un gruppo di sopravvissuti civili che si nascondono all’interno di una casa danneggiata nella città fittizia assediata di Pogoren, in Graznavia.  Inizierete con tre sopravvissuti di cui avrete il controllo. Si tratta di persone comuni: cuochi, ex-giornalisti, avvocati che hanno perso tutto e che non hanno alcuna preparazione militare o esperienza di sopravvivenza. Le vostre decisioni cambieranno il tipo di finale di ciascuno di loro. Ogni personaggio ha uno o due tratti che vi aiuteranno od ostacoleranno nel corso del gioco. Alcuni di questi tratti sono utili in determinati giorni, mentre altri lo sono sempre.

Che cosa dovete fare per completare il game?  Rimanere in vita il più a lungo possibile. Quindi dovrete impegnarvi al massimo per salvare i vostri personaggi. Pensavate fosse facile giocare a questo videogame? A differenza di quello che molti credono, questo tipo di creazioni hanno strutture complesse, narrative e di interazione, che li rendono dei veri e propri viaggi immersivi capaci di lasciare tracce emozionali durature nella mente di chi li sperimenta. This War of Mine è proprio uno di questi. Perciò sarete costantemente stimolati a trovare delle soluzioni alternative al puro combattimento con il nemico per rimanere in vita, stando attenti ai livelli di salute, agli sbalzi di umore e alla fame crescente di ognuno dei vostri sopravvissuti, come se fosse la realtà.

Di giorno, i sopravvissuti dovranno rimanere all’interno della casa abbandonata per trovare riparo dai cecchini ostili, il player potrà così creare strumenti con i materiali raccolti, commerciare, migliorare il rifugio, cucinare il cibo e curare i sopravvissuti. Invece di notte avrete la possibilità di uscire e cercare nelle aree vicine le risorse necessarie per sopravvivere giorno per giorno. Durante le loro escursioni, i sopravvissuti possono incontrare altri PNG – personaggi non giocanti – sopravvissuti alla guerra. Potrete scegliere di aiutarli offrendo loro del cibo o delle medicine, oppure potrete decidere di derubarli e di ucciderli.

This War of Mine non vi fa giocare alla guerra ma vi fa cercare di sopravvivere ad essa. La guerra è lo sfondo in cui si sviluppano le ore di vita dei personaggi che siete chiamati a gestire. Voi non saprete in che parte di mondo siamo o perché la guerra si sia scatenata. Ciò che dovrete fare è stare vigili, gestire le vostre paure e risolvere innumerevoli questioni morali che vi si porranno di fronte. Se un bambino che incontrate vi chiederà del cibo, che voi avete con fatica recuperato per il vostro gruppo, che cosa farete?

Questo videogame così disturbante è stato appunto creato dalla 11 bit Studios s.a., casa di produzione indipendente con sede a Cracovia, in Polonia. La compagnia è nata nel settembre del 2010 da alcuni programmatori fuoriusciti da altre due case di produzione polacche, CD Projeckt e Metropolis Software, e oggi conta circa un centinaio di dipendenti.

Il successo di This War of Mine è stato immediato, tanto che nei primi due giorni dalla sua uscita la 11 bit Studios s.a. è riuscita a recuperare la spesa che ha affrontato per realizzarlo. Un successo del tutto inaspettato anche per i creatori. Pawel Miechowski, intervistato da Eurogamer a ridosso dell’uscita del prodotto, ha dichiarato che: «I giochi sono intorno a noi da decenni, quindi i creatori e la comunità di player li percepiscono come una forma naturale e popolare di narrazione. Ma questo non significa che fossimo sicuri che This War of Mine sarebbe stato acclamato dal punto di vista commerciale o della critica. Non lo siamo affatto nemmeno adesso che è uscito e sta andando molto bene. Non si può mai sapere come andrà un gioco una volta uscito. Quindi ora siamo molto felici di vedere così tante parole di sostegno da parte della community, soprattutto se si considera che This War of Mine è un’esperienza seria».

La straordinarietà di questo videogame di cui vi stiamo raccontando non si esaurisce negli stretti confini di una consolle o di un PC e non finisce quando un player riesce a far sopravvivere i propri personaggi. Nel giugno del 2020 la 11 bit ha annunciato di aver raggiunto un accordo con il Ministero dell’Istruzione polacco, perché This War of Mine entri a far parte dei materiali gratuiti a disposizione delle materie di etica, sociologia, filosofia e storia per i ragazzi e le ragazze maggiorenni che studiano delle Scuole Superiori di tutta la nazione.

In Italia e nel resto del mondo sono già presenti nelle scuole di ogni ordine e grado esperienze di videogame didattici che aiutano gli studenti nel loro percorso di studio, ma mai prima d’ora un videogame non concepito appositamente come strumento per l’insegnamento era diventato materia di studio curriculare in una scuola. Un riconoscimento pazzesco, che supera di slancio qualsiasi successo commerciale ottenuto nel corso della sua vita digitale da This War of Mine.

Pensateci un attimo. Per vari decenni i videogame sono stati accusati di creare soggetti senza pensiero e che non hanno una cultura di base paragonabile a quella dei propri genitori. I videogame sono stati, spesso lo sono ancora, i mostri contemporanei da combattere. Poi arriva un videogame della Polonia che smonta milioni di preconcetti sui videogame e garantisce loro la possibilità di essere riconosciuti come opera d’arte, alla stregua di un libro di Stephen King, di un film di Sergio Leone o di un quadro di Kandinsky. Non vi sembra tutto straordinariamente incredibile?

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