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Volare volare volare
Volare volare volare
Staccarsi da terra e volare permette di vedere quello di cui altrimenti non ci accorgiamo, come il gioco delle linee dritte e curve e delle geometrie create da architetti che pensando all’eternità sapevano di giocare anche con coloro che sarebbero venuti al mondo a distanza di secoli, e che tuttavia avrebbero ripercorso almeno per un tratto della loro vita le orme di chi li aveva preceduti. Dall’alto è evidente: eccoci varcare la soglia del tempo, i nostri passi sovrapporsi a quelli di teste coronate e semplici giardinieri. E se il gioco è immedesimazione, tu chi vuoi diventare?
Le linee ondulate della pavimentazione nella Corte d’Onore della Reggia. Quindi il tetto della Torre dell’Orologio che segna il passaggio tra la Piazza della Repubblica e la Corte d’Onore della Reggia, con il Nodo Savoia che ricorda i committenti della residenza reale. Poi ecco il Giardino a Fiori, che nel Seicento era il giardino di rappresentanza su cui si apriva la Reggia di Diana e che nel secolo successivo divenne il teatro dei giochi del Principe. Infine il passaggio tra il Parco alto e il Parco basso dei Giardini con la sua scala realizzata in legno.
Testi: Giuseppe Culicchia
Fotografie: Michele D’Ottavio
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