L’ultima regina
Francesco Cusa (Rimella-Vercelli 1813 / Torino 1862), Ritratto di Maria Adelaide d’Asburgo Lorena regina di Sardegna, olio su tela, 1849-1850, cm 300 x 270 con cornice. Scuderia juvarriana, in prestito dall’Educatorio della Provvidenza di Torino.
12 aprile 1842: nella cappella reale della Palazzina di Stupinigi vengono celebrate le nozze tra Vittorio Emanuele II, allora principe ereditario, e l’arciduchessa Adelaide d’Asburgo, cugina dello sposo e figlia dell’arciduca Ranieri vicerè del Lombardo-Veneto. I festeggiamenti durarono quasi un mese, con balli in costume a Palazzo Reale, tornei cavallereschi nelle piazze cittadine, l’ostensione della Sindone a Palazzo Madama e una regata lungo il Po, illuminata da fuochi d’artificio, cui prese parte il Bucintoro reale.
Sempre in aprile, 179 anni dopo, giunge a Venaria il ritratto di Adelaide proveniente dall’Educatorio della Provvidenza, fresco del restauro realizzato dal Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, integrando così l’allestimento della Regia Scuderia dove sono esposti lo stesso Bucintoro e la carrozza di Vittorio Emanuele II. Il dipinto dà il cambio al Ritratto della regina Margherita, nuora di Adelaide, della pittrice palermitana Francesca Gambacorta Magliani, anch’esso proveniente dall’Educatorio, qui ospitato lo scorso anno.
L’opera inedita restituisce un’immagine dell’ultima regina di Sardegna, appena salita al trono nel marzo 1849, prematuramente mancata, sei anni prima che Vittorio Emanuele II diventasse il primo re d’Italia. Adèle o Susette, come si firmava nelle lettere confidenziali, di salute cagionevole, prostrata dalle otto gravidanze, muore infatti a soli 33 anni nel 1855.
È un ritratto “dal vero”, ricorda la scritta in corsivo, in basso a destra, con la firma del pittore vercellese Francesco Cusa, fratello del più noto Michele, attivo in Piemonte dopo gli studi a Roma. Un ritratto di rappresentanza, con la sua ricca cornice originaria, in cui riconosciamo la poltrona regale della Sala delle Udienze di Palazzo Reale di Torino, realizzata da Gabriele Capello, detto il Moncalvo, su disegno di Palagio Pelagi nel 1837, dorata e intagliata con i tritoni a sostegno dei braccioli, le cornucopie e la fastosa decorazione della cimasa con lo stemma.
La regina seduta in posa alza gli occhi dal libro, tenendone il segno con la mano. L’interno sontuoso sovraccarico di simboli di regalità, gli stemmi, il baldacchino, la corona poggiata sul cuscino di velluto cremisi, accanto un calamaio con il gruppo delle Tre Grazie, si anima inoltre di un quadro nel quadro. Un insolito notturno con uno scorcio di Torino; vi si riflette quasi l’incarnato lunare della bella e devotissima regina. La veduta raffigura l’antica sede dell’Educatorio stabilita dal 1749, di fronte alla chiesa della Visitazione, nella contrada della Provvidenza, oggi via XX Settembre, cent’anni prima della realizzazione del dipinto. Fondato nel 1722 come Casa di Carità e ospizio per fanciulle indigenti, a opera di benefattrici, fin dal riconoscimento nel 1735 con Regie Patenti da parte di Carlo Emanuele III godette di un grande favore da parte della Real Casa. Ed è proprio all’Educatorio della Provvidenza che, su richiesta del presidente marchese di Pamparato, il 5 ottobre 1851 Vittorio Emanuele II dona il ritratto di Maria Adelaide per la Sala poi nominata della regina.
Di Adelaide sono noti diversi ritratti, ma la sua immagine più celebre è certo la scultura di Vincenzo Vela al Santuario della Consolata, che la raffigura inginocchiata in preghiera accanto alla suocera Maria Teresa d’Asburgo, cui era molto affezionata.
La regina qui indossa un elaborato ed elegante abito bianco di raso, veli e pizzi, preziosi bracciali, anello, collana a più fili, orecchini pendenti e un brillante diadema che incornicia la pettinatura liscia en bandeaux con una piuma bianca dietro la nuca. Ai suoi piedi un tappeto con decorazioni floreali che richiama quello ricamato a punto croce dalla stessa regina per il suo appartamento in Palazzo Reale. Il ricamo, la lettura, gli studi, a cui la colta Adelaide si dedicava, erano tra le principali attività dell’antica istituzione di assistenza e beneficenza rivolte alle giovani donne.
Silvia Ghisotti, capo conservatore, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Reggia di Venaria
Clara Goria, storica dell’arte, Centro studi e ricerca delle Residenze Reali Sabaude
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