Mostra Play. - videogame arte e oltre - Hiro, by Silvio Giordano

Final Fantasy

La saga di cui ascolterete la storia in questo episodio è una delle più celebri del pantheon videoludico: Final Fantasy. Siamo davanti a una meraviglia assoluta, che vanta un successo trentennale. Se non la conoscete, non vi preoccupate, siamo qui per questo.

Uno degli artisti che hanno contribuito a creare il mito di Final Fantasy è Hironobu Sakaguchi, nato a Hitachi, nella prefettura di Baraki, il 25 novembre 1962. Siamo nel centro del Giappone, nell’isola di Hokkaido, a 70 chilometri da Tokyo, una zona rurale con molte miniere abbandonate. I suoi genitori erano originari dell’Isola di Kyushi, la più meridionale delle isole che compongono il Giappone e quella, per certi versi, meno nipponica e più contaminata culturalmente. Un’influenza che il giovane Sakaguchi ha vissuto fin da piccolo, visto che spesso vi tornava per andare a trovare i nonni.

Hironobu ha avuto fin da piccolo molti interessi, ma in particolare quello che riempiva le sue giornate era la musica. Fin dalle scuole elementari ha imparato a suonare il pianoforte e, crescendo, si è avvicinato ad altri strumenti, in particolare alla chitarra, lo strumento che ogni adolescente appassionato di rock sogna di imbracciare, tanto che negli anni del liceo fonda una band giovanile con i suoi compagni di scuola. Due i generi di riferimento: il Japan Rock e il Metal. Il suo entusiasmo era tale che sognava di fare il musicista rock nella vita.
Come voi saprete il Giappone è un luogo molto disciplinato e con regole sociali rigide. Per organizzare un concerto occorre seguire un protocollo molto complesso. Lui e la sua band andavano forte e il numero delle richieste di concerti aumentò a dismisura – concerti a pagamento che si tenevano nel garage del batterista – tanto da attirare l’attenzione della locale SIAE, che una sera intervenne per bloccare tutto e fare una multa salata a lui e ai suoi amici. Il giorno dopo la band fu convocata dal Preside del Liceo che frequentavano e poco ci mancò che venissero tutti espulsi per aver disonorato il codice scolastico.

Chiunque abbia vissuto l’esperienza di giocare a uno dei capitoli della saga di Final Fantasy sa quanto la musica e l’arte siano due tratti fondamentale dell’esperienza videoludica che il capolavoro di Sakaguchi ti pone davanti. Durante gli spostamenti tra un’area e l’altra di gioco, gli immensi paesaggi disegnati a mano e la colonna sonora sono due compagni di viaggio eccezionali.

Sakaguchi, in uno dei corsi che seguiva alla Yokohama National University, si trovò accanto a Hiromichi Tanaka. Questo incontro modificherà per sempre il game design degli RPG, a partire dall’approccio creativo. Tanaka era uno studente benestante, perciò era uno dei pochi che potevano permettersi un Apple II, computer per l’epoca veramente molto costoso: 1281 dollari, corrispondenti a quasi 6000 dollari di oggi. Sakaguchi, da giovane studente spiantato, non aveva i soldi per poterne comprare una versione originale, così andò ad Akihabara, il quartiere tecnologico per eccellenza di Tokyo, entrò in uno dei negozi di «similari», che già erano fiorenti in quegli anni, e ne acquistò un epigono. Per farla breve, comprò una versione taroccata dell’Apple II. Il suo amore per Apple era già da allora totale, e ancora oggi iOS è il software con cui Sakaguchi immagina e programma i suoi giochi.

Ricordatevi che un game designer è prima di tutto un giocatore. Ama il suo lavoro perché è anche la sua più grande passione e dentro ci mette le proprie emozioni, il proprio bagaglio culturale e il proprio vissuto. Sakaguchi mentre osserva Tanaka passare nottate intere a scrivere righe di codice e andare a letto all’alba con enormi sorrisi, si rese conto che quello non era ciò che voleva fare. Lui voleva creare mondi, sentiva di essere felice quando i giocatori si mettevano alla prova con le narrazioni che uscivano dal suo cuore. Sakaguchi non finirà mai l’università, ma l’abbandonerà al terzo anno per lavorare con la Square. Una scelta che condividerà con Tanaka, che scalerà i vertici della società avendo sempre un occhio di riguardo per il suo compagno d’università.

Final Fantasy, come dicevamo all’inizio, non è solo game design ma anche lavoro visivo. L’impatto che hanno i paesaggi e la qualità e la raffinatezza dei personaggi sono parte inscindibile dell’esperienza che questo videogame regala. Gran parte del merito artistico di Final Fantasy è dovuto al talento smisurato di Yoshitaka Amano. Nato a Shizuoka il 26 marzo 1952, annovera tra i suoi lavori più conosciuti alcuni personaggi iconici di manga e anime giapponesi come Gatchaman, Tekkaman, Casshan e Vampire Hunter D. La sua collaborazione con Sakaguchi ha dato la possibilità a Final Fantasy di diventare un prodotto innovativo, in cui la visione di diversi artisti si è fusa per far emergere una creazione originale.

Vi domanderete “ma che cosa c’è dentro Final Fantasy?” Sakaguchi in un’intervista rilasciata pochi anni fa ha dichiarato: “Ci sono solo gli eventi ordinari della nostra vita: incontri, scoperte, dispute, compromessi, tradimenti e amore. È l’accumulo e l’intreccio di questi elementi a rendere una storia adatta a Final Fantasy.” Il nome stesso del videogame è stato scelto da Sakaguchi perché rappresentava la sua ultima spiaggia nel business dei videogame, la sua ultima vera fantasia, se anche quella non fosse andata bene avrebbe abbandonato il lavoro e si sarebbe dedicato ad altro.

Certo se davvero fosse così semplice inventare una saga come quella di Final Fantasy ognuno di noi potrebbe alzarsi un giorno, mettersi a un tavolo e immaginare per due decadi un mondo capace di appassionare decine di milioni di giocatori, perché vale la pena sottolinearlo, stiamo parlando di un brand che conta XV episodi videoludici, 100 milioni di copie vendute fino al 2022, due film – andati malino –, una serie infinita di spin off, un romanzo, una serie anime. Final Fantasy è come un gioco di ruolo in terza persona in ambientazione 2D, con un gameplay formidabile e una sceneggiatura e una fotografia cinematografica. Il suo arrivo nel mercato dei videogame è stato un vero e proprio turning point per questo genere e per i player che lo amano, perché fino alla sua uscita era praticamente impossibile pensare di poter conciliare l’esperienza videoludica con quella immersiva di un GDR. La sua ambientazione fantasy, spesso mescolata con un mondo post-atomico, lo hanno reso un’icona per i grandi appassionati di arte e creatività, anche fuori dal ristretto circolo dei player.

Due sono le edizioni della serie numerata – come viene chiamata la sequenza ufficiale di Final Fantasy. Una considerazione non da poco visto, che per anni negli Stati Uniti i player erano convinti di giocare a un numero della saga e, invece, erano indietro di ben tre di essi rispetto alle uscite ufficiale giapponesi.

Final Fantasy VII è il primo capitolo della serie completamente in 3D. Questa innovazione tecnica fu una rivoluzione per tutti i player affezionati alla saga e ci furono anche molti commenti poco entusiastici all’epoca, eppure Final Fantasy VII è considerato uno dei migliori capitoli dell’intero brand e spesso è stato inserito nelle classifiche dei migliori videogame di tutti i tempi. Sicuramente a questo capitolo va riconosciuto il merito di aver fatto conoscere Final Fantasy fuori da Giappone e Stati Uniti, perché i numeri precedenti della serie numerata sono arrivati in Europa soltanto dopo e per i player del Vecchio Continente l’approccio all’immaginario narrativo e visivo di Sakaguchi e del suo gruppo fu pazzesco.

Famitsu – magazine giapponese sui videogame – ha inserito Streif, l’iconico protagonista del capitolo,  al terzo posto tra i migliori personaggi della storia dei videogame, ma la sua presenza sarebbe passata inosservata se non ci fossero stati un gameplay lineare, una capacità di costruzione dei personaggi fuori dal comune, una storia orizzontale molto calata nel presente – basti pensare ai problemi legati al cambiamento climatico e allo sfruttamento del pianeta che sono il cuore della storia pur essendo uscito nel 1997 – per non parlare delle vicende personali di Cloud e del suo disturbo mentale, affrontate con grande perizia e sensibilità.

L’altro capitolo della saga da menzionare è senza dubbio Final Fantasy X. Uscito per PlayStation 2, è stato realizzato completamente in grafica 3D, ha visto l’introduzione del doppiaggio e il cambiamento radicale del sistema di evoluzione dei personaggi. Venduto in 8 milioni di copie ha vinto innumerevoli premi e, in un sondaggio di Famitsu tra i suoi lettori,  è stato votato come il gioco più commovente di sempre e in effetti come si può rimanere indifferenti alla storia d’amore tra Tidus e Yuna e al suo finale? Niente spoiler, lo sapete.

Final Fantasy XVI uscirà nell’estate 2023 e siamo sicuri che i fan affezionati alla saga stanno contando le ore che li separano dalla schermata iniziale del gioco. Se qualcuno di voi, incuriosito da questo racconto, lo proverà, siamo pronti a scambiare con lui o con le nostre impressioni, no?

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